Nei giorni scorsi si è svolto il referendum per approvare il nuovo Contratto Nazionale per gli oltre 120mila Autoferrotranvieri. I sindacati firmatari hanno pubblicato volantini e comunicati che, in modo trionfalistico, inneggiano alla vittoria del SÌ, in realtà è una vittoria, ma dell’indifferenza, dell’insofferenza e del disinteresse.
Il Sindacato OR.S.A. TRASPORTI Autoferro-TPL ha da sempre criticato sia l’approccio dato, dai sindacati firmatari, alla stesura del nuovo CCNL e sia il modo con cui si è svolta la trattativa, per non parlare delle cifre destinate ai lavoratori.
Al di là della facile polemica che si potrebbe aprire sulla poca trasparenza nelle commissioni elettorali, sul pressapochismo con cui sono stati allestiti i seggi elettorali, molti dei quali senza i requisiti minimi di legalità, qualcuno anche “fantasma”, con numerosissime segnalazioni da parte dei Lavoratori, corredate da eloquenti prove fotografiche e non solo.
Al di là del fatto che non ci fosse neanche bisogno di raggiungere un quorum, in quanto referendum confermativo, resta il dato che i 55260 votanti, certificati dal verbale del comitato nazionale referendum, certamente non sono neanche la metà dei 120mila Lavoratori del settore.
Inconfutabile è il fatto che su oltre 120mila Autoferrotranvieri i 55.260 votanti, di cui solo 40.584 si sono pronunciati in modo favorevole, esprimono una percentuale pari al 33,8% sul totale, risultato ben lontano da qualsiasi quorum democratico.
Questo è l’elemento su cui tutti noi dovremmo riflettere.
Nei 3 giorni del referendum, l’assenza di partecipazione da parte dei Lavoratori ha confermato, semmai ce ne fosse ancora bisogno, il distacco dei sindacati firmatari del contratto nazionale dalla realtà del mondo del lavoro e dagli Autoferrotranvieri.
È stato un segnale forte che merita di essere ascoltato, è stato un grido di allarme che è stato lanciato dalla maggioranza dei Lavoratori che ha deciso di non votare perché essi ritengono inutile questo strumento, nelle modalità in cui è stato organizzato questa è stata una doppia sfiducia nei confronti dei metodi utilizzati da CGIL CISL UIL UGL e FAISA CISAL e nel “sistema” di “relazioni” che hanno instaurato con le aziende e con le associazioni datoriali.
I Lavoratori hanno sfiduciato quanto sottoscritto dai sindacati firmatari del CCNL.
Le cifre sbandierate e proposte per il rinnovo del NOSTRO contratto, non coprono l’inflazione che ha oramai ha ulteriormente eroso il potere d’acquisto dei salari degli Autoferrotranvieri, in un rinnovo che avrebbe dovuto vedere le retribuzioni tabellari aumentare già da diversi anni e che invece porterà 90,00€ lordi.
La cosa allucinante è che a regime l’aumento si concretizzerà tra ben 18 mesi, quando ormai sarà da rinnovare nuovamente il Contratto !!!
Il fondo TPL Salute poi, non è altro che un nuovo strumento nelle mani delle aziende e dei sindacati firmatari per gestire i soldi dei Lavoratori senza distribuirli a chi ne avrebbe veramente diritto, I LAVORATORI.
Un fallimento totale sancito dal referendum, i cui risultati, se letti correttamente ed obiettivamente, decretano che questo modo di fare sindacato, questo modo di sottoscrivere i contratti, questo modo poco trasparente di organizzare i referendum è definitivamente naufragato come il “ Titanic “, tutto questo deve finire !!!